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STUDIO DELLA FUMAROLA "SAN LORENZO"
Dott. JOLE DE MATTIA
FUMAROLE RADIOATTIVE
STUDIO DELLA FUMAROLA "SAN LORENZO,,
NELL'ISOLA D'ISCHIA
Tip ARTURO NAPPA
Via Pallonetto S. Chiara, 11
NAPOLI - Tel 22084
§ 1. - Giuseppe D'Ascia nella Storia dell'Isola d'Ischia (1) scrive a pag. 45: " la stufa di San Montano, oggi S. Lorenzo è posta sul pendio occidentale che conduce a Forio dal Lacco" e a pag. 91: " sono queste le stufe più praticate dell'isola, e si ritrovano in circa otto minuti di cammino da Lacco sul pendio orientale di un colle di pomici e fram- menti di lava tra Monte Vico e la valle di San Montano. Consistono in quattro stanzette con quanto può bisognare alfin di applicare il vapore a ciascuna parte del corpo. La temperatura di queste stufe è di 46 gradi R. Stando l'aria a 21. Vuolsi notare che i vapori di queste stufe sono pu- rissimi, dappoichè non esalano alcun gas. Infatti le pareti dei sudatori non danno benché minimo indizio di scompo- sizione, e l'acqua in cui si risolvono è identica alla più pura distillata". Altri scrittori, come il prof. Nicola D'Andria della R. Università di Napoli nel 1757; il prof. Nicola Del Giudice nel 1822; il Frenkel nel suo libro " Isola d'Ischia" , ecc., si occupano di queste antichissime stufe.
(1) Napoli - Stabilimento Tip. Gabriele Argenio, 1867
Il dottor D'Aloisio oltre al vapor d'acqua, vi suppone l'esi stenza di qualche cosa che egli chiamò "spirito elastico mi nerale" mentre il prof. Marcard di Lipsia nel 1778 trovò che "i gas erano puramente acquosi" come d'altronde aveva so stenuto il prof. Andria nel suo trattato sulle acque minerali. Nel 1890 il prof. Morgera, nel suo libro "Le acque mi nerali dell'isola d'Ischia" osserva che tutti i terremoti non hanno esercitata alcuna influenza sulle stufe, dappoichè la loro temperatura, come la costituzione chimica, la tensione ecc. non subirono variazione di sorta. Egli suppone che queste stufe abbiano un'azione "termica elettrica di contatto".
§ 2. - La temperatura dei gas delle "stufe di S. Lorenzo" è stata misurata da diversi studiosi. Ecco l'elenco dei valori ch'essi hanno ottenuto:

1792
Breislak
46°
1822 Del Giudice 47°
1830 De Rivaz 47° 5
1837 Guarini 55°
1838 De Rivaz 46°
1848 Marone 46° a 47°
1856 Deville 41°
1830 Mercalli 40° a 45°
1889 Palmieri e Oglialoro 46° 5
1885 Morgera 45° a 50°
1926 Salvatore 46°
1929 Platanìa 45°
1933 Platanìa 44° a 50°

In queste ultime determinazioni si ottenevano valori di versi a seconda che il termometro veniva abbassato nei con dotti, fino a 2 metri di profondità. Da queste cifre risulta che la temperatura delle stufe di S. Lorenzo, pur oscillando a secondo del metodo di determi nazione, può ritenersi sensibilmente costante per un periodo di oltre 130 anni, a differenza, per esempio, del piccolo gruppo di fumarole alla base sud-ovest di Monte Vico, la cui tem peratura attualmente si aggira intorno ai 65° (Rittman), mentre nel 1822 il Covelli trovò ch'essa era di 72°. Il prof. Giovanni Platanìa ha studiate le numerose fu marole dell'Isola d'Ischia, sub aeree e sottomarine, indican done la natura delle esalazioni e la temperatura, e di questa anche in relazione a quella delle sorgenti termali (1). Ma più recenti ed accurate ricerche ha eseguito il Pla tanìa sul gruppo di fumarole dette "Stufe di S. Lorenzo" le quali gli risultano assai ricche di emanazioni di radio. Nel 1933 il prof. M. Covelli ha studiate le fumarole di S. Lorenzo ed ha trovato la temperatura, nel fondo degli sbocchi, di 49° 5. Egli ha inoltre determinato che il condensato del gas è acqua distillata pura.
§ 4. - Il prof. Oscar Scarpa, Membro del Comitato Nazionale per la chimica del C. N. d. R., in una pubblicazione sulla radioattività delle acque di Ischia (2) afferma che "parti colare importanza hanno le fumarole di S. Lorenzo che si sviluppano dai tufi e dalle trachiti fra le regioni di Zale e di Vico, poiché secondo le osservazioni fatte nel 1918 esse posseggono una elevata radioattività". Queste osservazioni - nota il prof. Scarpa - furono dedotte dalle misure di ionizzazione dell'area nella vicinanza delle fumarole. Misure eseguite ad Ischia, nell'anno 1918, uti lizzando un contaioni tipo Ebert. "La ionizzazione - nota il prof. Scarpa - dell'aria nel l'interno di una delle stufe di S. Lorenzo mi risultò così fino a 50 volte maggiore di quella dell'area libera, mentre nella camera ove era situata la pompa delle acqua radioattiva dello stabilimento di S. Restituta essa era dell'ordine di 15 a 20 volte quella dell'aria libera.
. (1) "Società Italiana per il progresso delle Scienze" Programma Scien
tifico della XXIII riunione. - Napoli 11 - 17 ottobre 1934. Sunti, discorsi
e comunicazioni. - Napoli S.I.E.M. 1934 - XII.
(2) Rivista "La Ricerca Scientifica" - Bollettino del C.N.d.R. Anno
IV, vol. I.N. 11-12 del 15-30 giugno 1933 - (XI).
§ 5. - Le stufe di "S. Lorenzo" sono di notevole efficacia terapeutica come hanno affermato molti competenti medici che da tempo antico le hanno sperimentate.
§ 6. - Abbiamo voluto studiare queste fumarole che, dando un condensato di pura acqua distillata come è stato asserito, vengono fuori dalla trachite di Zara, ad una distanza di meno
60 metri da un'atra esalazione di vapor acqueo misto ad idrogeno solforato, tanto chè lungo la strada si avverte, di tempo in tempo, un forte odore di questo gas, e la rocchia, sopra la
strada che porta alle dette fumarole è decomposta, con lieve deposito di zolfo.
§ 7. - I nostri studi hanno innanzitutto verificato come aveva avuto occasione di constatare sin dal 1933 il chiarissimo geofisico prof. Platanìa, che le zone nelle quali arrivano i gas delle stufe di "S. Lorenzo" presentano notevoli fenomeni fisici, fra i quali è notevole una differenza di potenziale anche a piccolissime distanze.
§ 8. - Degna di particolare rilievo ci è sembrata, per le deduzioni che faremo in seguito, la osservazione del Platanìa e cioè che la temperatura variava col variare della profondità alla quale veniva fatta la variazione. Abbiamo voluto verificare ciò, ed effettivamente la temperatura va aumentando in profondità risultando a 2 metri di profondità di circa 50° C.
§ 9. - Abbiamo, inoltre, il 20 ottobre 1936-XIV, raccolto due grosse bottiglie di acqua condensata attraverso un tubo di vetro sterilizzato collocato su di un sblocco e col tubo interno nella bottiglia, ugualmente sterilizzata, e posta in modo da evitare, per quanto era possibile, il contatto dell'aria esterna col condensato . All'analisi questo risulta un'acqua limpida, incolore, inodore, di sapore insipida e di reazione neutra. Esso non contiene materie fisse perchè cm3 10 di condensato non imbrunisce né con solfuro d'ammonio né con gas solfidrico. Non contiene solfati perchè non si intorbida con agginnta di cloruro di bario; non contiene cloruri perchè non si intorbida con nitrato d'argento; non contiene sali di calcio perchè non s'intorbida con assolato ammonico. Non contiene acido carbonico perchè cm3 20 di condensato non s'intorbida dibattendolo con egual volume di acqua di calce. Non contiene ammoniaca, né i suoi sali, perchè non ingiallisce col reattivo di Nessler più poche gocce di idrato sodico. Dunque, effettivamente, il condensato è pura acqua distillata.
§ 10. - Dopo di avere ordinato, verificato sperimentato quanto era stato già fatto da altri studiosi sulle stufe di S. Lorenzo, ed averne analizzato il condensato, abbiamo voluto proporci e risolvere i seguenti quesiti:
     1) come si spiega che il condensato di un gas che attraversa delle rocce sia pura acqua distillata?
     2) Come si spiega che la fumarola non è influenzata dall'altra vicina, contenente dell'idrogeno solforato?
     3) Se il gas è puro vapore acqueo da che cosa derivano le innegabili proprietà terapeutiche della fumarola?
§ 11. - Premettiamo:
Le acque minerali sono acque sorgive che contengono disciolte quantità più o meno grandi di varii sali i quali conferiscono ad esse proprietà terapeutiche. Queste proprietà possono essere dovute inoltre alla temperatura delle acque, alla radioattività, ecc. La radioattività delle acque è una proprietà transitoria, in quanto essa sparisce dopo qualche tempo che l'acqua è stata messa in bottiglia. Nelle acque minerali le sostanze che più comunemente si riscontrano sono: bromuri, cloruri, ioduri, solfati, solfuri, fosfati e carbonati di jodio, potassio, litio, calcio, magnesio, bario, stronzio, ferro, manganese (si è notata anche la presenza di argo ed elio). Si riscontrano inoltre: acido borico, silicico e i composi di arsenico. Fra le sostanze gassose poi, che si trovano nelle acque minerali, vanno ricordate: anidride carbonica, acido solfidrico, azoto, idrocarburi e idrogeno. L'origine delle sostanze contenute nelle acque è senza dubbio da ricercarsi nei terreni che esse attraversano. Così dai giacimenti salini derivano i cloruri, i solfati di potassio, il calcio il magnesio; dai giacimenti di gesso derivano la maggior quantità dei solfati; e se le acque, inoltre scorrono in vicinanza delle rocce dolomitiche, si disciolgano sali di magnesio. L'acido solforico libero si forma dalla pirite e dalla marcassite, quando vengono a contatto con l'acqua ed ossigeno; i solfuri derivano principalmente dal gesso, per riduzione e reazione di doppio scambio. Il bicarbonato di calcio si forma dalla pietra calcarea per azione dell'acqua in presenza di acido carbonico, che può derivare o dalle sostanze organiche, per ossidazione, o per le precipitazioni atmosferiche, o dai vulcani. Dei gas: l'azoto deriva dall'aria; l'acido carbonico dalle sostanze organiche, come abbiamo detto sopra; l'acido solfidrico è, probabilmente, di origine vulcanica. Da quanto si è detto, possiamo concludere che anche l'acqua da cui deriva il nostro condensato, attraversando terreni vulcanici di diversa natura, dev'essere, in origine, acqua minerale. Infatti, l'acqua, nelle visceri della terra, passando attraverso terreni, ed a temperatura elevata, deve sciogliere assolutamente dei sali. Quest'acqua mineralizzata, poi, si trasforma di nuovo in acqua pura, attraverso un processo di distillazione che si svolge nel seguente modo: l'acqua mineralizzata stagnandosi in ambienti a temperatura alta, evapora; il vapore che si libera passa attraverso pareti impermeabili, e, parte fuoriesce sotto forma di gas (vapore acqueo) e, parte di condensa in acqua. Dunque, l'acqua da noi esaminata, (condensato del suddetto vapore acqueo) è pura perchè, acqua di condensazione. Si verifica cioè, nel nostro caso, per l'acqua, che in origine era minerale, lo stesso fenomeno che avviene per la pioggia, la quale può considerarsi acqua distillata dell'atmosfera.
§ 12. - Le origini delle acque m8inerali da noi brevemente esposte innanzi, spiega la causa perchè la fumarola di "S. Lorenzo" non esercita alcuna influenza su questa: la diversità delle acque minerali (e quindi delle fumarole) dipende dalla diversa natura dei terreni vulcanici la cui composizione può variare da metro a metro, e quindi, non è da stupirsi se nel caso in esame la fumarola di idrogeno solforato non esercita influenza su quella di "S. Lorenzo".
§ 13. - Le proprietà terapeutiche delle fumarole di "S. Lorenzo" non possono dipendere, come si è visto, da sostanze medicamentose, perchè dall'analisi da noi fatta, i vapori risultano di pura acqua distillata. Esse sono effetti termoterapici naturali e, soprattutto, effetti dovutialle emanazioni radioattive le quali come hanno da tempo dimostrato valorosi idrologi, hanno indiscusso valore terapeutico. La temperatura delle fumarole, costantemente inferiore ai 50° C, rende sopportabile ai pazienti l'applicazione diretta dei vapori e quindi maggiori benefici terapeutici della radioattività. E la radioattività delle fumarole di "S. Lorenzo" come hanno riscontrato gli studi dei proff. Scarpa e Platanìa, è la più notevole tra le radioattività delle altre fumarole dell'Isola d'Ischia, le quali alla loro volta, sono le più radioattive fra quelle che si conoscono in Italia e all'estero
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