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LA FANGOBALNEOTERAPIA NELLE AFFEZIONI...
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LA BALNEOTERAPIA
Per queste applicazioni vengono adoperate le acque minerali, siano esse naturalmente a temperatura elevata o bassa, siano esse raffreddate o riscaldate ad artificio per il loro impiego. Nella maggioranza dei casi si fa ricorso a quelle a temperatura elevata, in modo da sfruttare il fattore termico unitamente a quello chimico legato, quest'ultimo, alla costituzione propria dell'acqua. L'origine delle acque termali è varia; possono; infatti, avere una origine vulcanica profonda, e sono quelle conosciute con in termine di acque vergini, mentre altre derivano dalle infiltrazioni delle acque piovane che si arricchiscono dei contenuti degli strati del terreno che attraversano e sono quindi indicate come superficiali. Relativamente alla temperatura, quelle vulcaniche sono sempre calde e vengono denominate atermali, se il loro gradiente è al di sotto dei 15"C, prototermali se comprese tra i 15°C ed i 25°C, ipotermali tra i 25°C ed i 37°C, mesotermali a 38"C ed ipertermali se la temperatura supera i 38°C. Molte classificazioni sono state proposte per le acque termominerali e tra esse la più semplice e la più chiara ci appare quella di Gauthier-Casciani che le divide in: solfuree, clorurate, bicarbonate, solfate, ferruginose, arsenicali ed oligometalliche. Ognuna di queste classi ha delle speciali sottoclassi che esprimono la intima composizione chimica di ciascuna. Un altro fattore di grande rilievo per le acque è la radioattività, che, quando presente ha la capacità di esaltare o modificarne l'azione. A seconda della composizione e delle caratteristiche chimico-fisiche, ogni tipo di acqua ha specifiche indicazioni, ed in modo particolare le cloruro-sodiche e le solfatiche sono quelle maggiormente efficaci nelle patologie osteo-articolari.
Tabella II
ad immersione
Generali
Bagno freddo, caldo, misto, raffreddato Generali alternato
Piscina ad acqua ferma calda o fredda
Piscina ad acqua corrente calda o fredda
 
locali
½ Bagno
Pediluvio
Maniluvio
Capiluvio
Semicupio ad acqua ferma
Applicazioni semplici
generali
Frizione col lenzuolo
Impacco umido
Impacco Nerli
locali
Fomenti
Fascia di Nettuno
½ Impacco
Tubi Leiter, Winternitz, Gaertner
Sacchi e raffreddatori
a gettata
generali
Annacquamenti
Abluzioni
Spugnature
locali
Annacquamenti parziali
Spugnature parziali
 
a pressione
generali
doccia
a getto pieno e rotto
a soffione
a pioggia
a cerchio
a colonna a collo di cigno
locali
docce localizzate
irrigazioni frontali
irrigazioni spinali
irrigazioni epatiche
irrigazioni addominali
semicupi a getto
spinali
ascendenti
circolari
L'impiego dell'acqua termale a scopi terapeutici può essere effettuata con metodiche varie, come si evince nello schema del Vinaj, indicato nella tabella II. Molte tecniche di applicazioni balneoterapiche parziali sono state ormai abbandonate; infatti, oggi, quelle di più frequente impiego sono rappresentate dal bagno in vasca e dal bagno in piscina. Mentre il primo sfrutta il fattore termico ed il fattore chimico legato alla natura dell'acqua stessa, il bagno in piscina sfrutta anche l'effetto idrochinesico che riveste grande importanza terapeutica in talune patologie. È noto, infatti, che un corpo immerso nell'acqua, secondo il principio di Archimede, riceve una spinta verso l'alto pari al suo peso; di conseguenza, l'alleggerimento del peso corporeo consente di eseguire con facilità non soltanto una mobilizzazione segmentaria articolare in scarico, altrimenti difficoltosa all'asciutto, ma anche esercitare contemporaneamente più gruppi muscolari e più articolazioni nei vari piani dello spazio. L'acqua termale, inoltre, per le sue proprietà chimico-fisiche (il calore in particolare), determina un effetto decontratturante, analgesico e sedativo che facilita la rieducazione motoria. Le indicazioni alla balneoterapia, relativamente alle patologie dell'apparato locomotore, sono molteplici: dalle lesioni infiammatorie e degenerative dello scheletro alle lesioni mioentesiche, alle tenotetie, alle patologie muscolari. Come pure grande importanza assume la idrochinesiterapia termale negli esiti traumatici nei quali spesso coesistono limitazioni funzionali delle articolazioni, ipotrofie muscolari ed ostioporosi. E proprio in questi casi la rieducazione effettuata in piscina dà dei risultati sorprendenti.
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