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LA FANGOTERAPIA |
L'Italia, per la natura geologica del suono è senza dubbio il paese più ricco di sorgenti termali e possiede tutti i tipi di acque minerali. Il fango curativo naturale è un deposito composto di minutissime particelle di origine minerale o vegetale o di ambedue, in uno strato di estrema suddivisione, che si trova associato ad un acqua minerale. I fanghi possono avere due origini distinte provenire dagli strati terrestri tra i quali scorrono le acque minerali, ed in questo caso le sostanze predominanti sono l'argilla ed il silicato di alluminio oppure essere formati dalla terra che circonda la sorgente e che si imbeve delle sostanze minerali dell'acqua stessa, ed in questo caso è l'humus o altro materiale derivante dal suolo che forma il substrato del fango. I primi sono caratteristici dei territori vulcanici; gli altri si possono trovare ovunque esiste una sorgente. I peloidi contengono alcuni sali prevalentemente di calcio, di magnesio di sodio, di ferro, di iodio, che sono quasi sempre presenti in tutti i fanghi pur variando nelle proporzioni. I fanghi naturali possono essere: - minerali, costituiti, cioè, da principi vegeto-minerali eterogenei presenti nel terreno attraversato dalle sorgenti a temperatura poco elevata; - termali, che si trovano presso la sorgenti di acqua a temperatura elevata e che presentano una loro distinta termalità. Questi ultimi, indipendentemente dalla loro composizione chimica, si suddividono in tre gruppi: - fanghi termo-vegetali; - fanghi termominerali - fanghi termo-vgeto-minerali. I fanghi o peloidi, si presentano come una sostanza pastosa , perfettamente omogenea, untuosa al tatto e con caratteristiche fisico-chimiche e biologiche variabili anche se alcune di esse sono comuni a tutti. Ogni peloide è costituito dall'intima commistione primaria o secondaria di una componente solida (peloide vergine) di natura prevalentemente organica o inorganica e di una componente liquida che è sempre rappresentata da un'acqua salina o da un'acqua minerale propriamente detta. Tutti i peloidi sono dispersioni contemporaneamente microniche, ultramicroniche ed amicroniche nelle quali le due dispersa e disperdente, sono rappresentate dalla componente solida e dalla componente liquida. I fanghi, inoltre, sono ipertermali o ipertermalizzanti con un optimum di temperatura che varia da 42°C a 48°C nei peloidi da impacco e da 38°C a 42°C nei peloidi da bagno. Molti Autori in passato ritenevano che il valore terapeutico del fango dipendesse essenzialmente dall'alta temperatura; questa convinzione col tempo, però, si è fatta meno assoluta. Molti fattori entrano in gioco nel meccanismo di azione dei fanghi: - la termalità: il calore, infatti, produce effetti diversi, locali generali, a seconda della estensione dell'applicazione. - le diverse particolarità fisiche tra le quali il basso calore specifico e l'ancora più bassa capacità calorifera; - l'azione chimica, legata ai gas che emanano dai fanghi e che possono, in parte, essere assorbiti dalla pelle. Il fango, in definitiva, agisce come calore stagnante e la temperatura del corpo umano, venendo a mancare la dispersione del calore, aumenta in modo sensibile. La lutoterapia trova le sue indicazioni in molteplici affezioni dell'apparato locomotore, sia di natura infiammatoria che digenerativa, e negli esiti di lesioni traumatiche. È fondamentale, però, individuare i ogni affezione la "fase termale", cioè il momento, nel decorso della malattia, nel quale è indicata la lutazione. Questo aspetto riveste grande importanza poiché le applicazioni praticate al di fuori della fase termale possono risultare inefficaci ed, in alcuni casi, addirittura dannose. La fangoterapia, quindi, va considerata alla pari di un medicamento, valutandone, caso per caso, sia le indicazioni che le controindicazioni senza trascurare, inoltre, la giusta scelta del tipo di peloide. I fanghi trovano larghissimo impiego nelle varie forme della malattia artrosica: e in presa delicata stabilire con esattezza non solo le indicazioni, ma anche i modi delle applicazioni termali nelle varie localizzazioni artrosiche sia primarie che secondarie. Tra i vari fattori, oltre quelli relativi al processo morboso articolare vero e proprio, bisogna tener presenti le condizioni generali e particolari (cardiocircolatorie, renali, epatiche, ecc.), il quadro radiologico, ed il grado di reattività locale e generale. È necessario che le lutazioni siano basate sulla esattezza diagnostica e sulla precisa scelta delle modalità termali; così come è necessario che lo stimolo termale venga applicato con razionale gradualità e con perdiodici controlli clinici e di laboratorio, onde evitare spiacevoli risposte reattive. È noto, infatti, che la lutoterapia non va impiegata semplicisticamente nelle artrosi primarie e secondarie con tecniche uniformi ed indeterminate, me ha bisogno di una metodica rispondente il più possibile alle esigenze del caso e alle condizioni anatomo-cliniche della malattia. Le probabilità di successo terapeutico sono poi tanto maggiori quanto meno importanti ed estese sono le alterazioni anatomo-patologiche, e ciò significa non solo che i migliori risultati si ottengono nelle fasi iniziali della malattia artrosoca, ma anche che la fangoterapia unitamente alla balneoterapia deve essere utilizzata nella prevenzione delle ostio-artropatie degenerative ed in modo particolare nei soggetti a rischio. Nei casi termoterapizzabili la lutoterapia ha l'effetto di stimolare i tessuti, di attivare i processi metabolici, di migliorare il tono ed il trofismo dei muscoli, determinando contemporaneamente una efficace e prolungata azione antalgica. Molteplici sono le malattie reumatiche nelle quali la fangoterapia può essere utilmente impiegata. Nella poliartrite reumatica, ad esempio, essa si prefigge un duplice scopo: preventivo e curativo. Nel primo caso modificando la disreattività tissutale influisce sulla prevenzione delle recidive. Nel secondo è indicata nei pazienti che presentano impegno articolare algico-funzionale successivo ad episodi infiammatori. La fase termale della poliartritereumatica inizia tre o quattro mesi dopo l'ultima poussèes. Bisogna derogare da questa regola allorchè vi è uno stato generale gravemente compromesso e le complicazioni cardiache sono di una certa severità. I benefici che si ottengono con la lutoterapia nei poliartritici reumatici sono solitamente di un notevole rilievo, specialmente per quanto riguarda le recidive; non meno importanti sono, però, i benefici che essa apporta alla sintomatologia morbosa in atto, in quanto simultaneamente le articolazioni riacquistano la loro mobilità e motilità. Anche nella spondilite anchilopoietica, la lutoterapia, precocemente iniziata, apporta non trascurabili benefici in quanto favorisce la remissione delle poussées e tende a rallentare il progressivo irrigidimento legato al processo di ossificazione legamentosa. La poliartrite uricemica è una delle forme morbose nelle quali la fangoterapia esercita la maggiore influenza, e per la sua azione locale, e per l'azione generale sulla diàtesi urica. La fase termale si colloca nel periodo silente della malattia; la cura, infatti, deve essere intrapresa non appena sono scomparsi in maniera stabile, i fenomeni flogistici acuti sia nelle forme monoarticolari che in quelle panarticolari, in quanto praticare la fangoterapia nel periodo congestizio significherebbe accentuare lo stato di flogosi e, conseguentemente, la sintomatologia algica. Un altro gruppo di patologie nelle quali la fangoterapia trova largo impiego è rappresentato dagli esiti di lesini traumatiche a carico dello scheletro e dei tessuti molli perioarticolari. L'applicazione di fango termale va eseguita nel trattamento rieducativo precoce, cioè alla rimozione dell'apparecchio gessato ed anche nelle fasi successive, allorquando le limitazioni funzionali tendono a stabilizzarsi. Gli effetti delle applicazioni soprattutto se accoppiate alla balneoterapia sono decisamente positivi, con risultati spesso sorprendenti sia per quanto riguarda l'aspetto osteoarticolare, sia per quanto concerne l'aspetto muscolo tendineo. Le controindicazioni delle luto terapia sono: dirette, cioè inerenti alle singole malattie nelle quali possono trovare utile impiego i fanghi e indirette, quelle legate all'ammalato. Le prime sono strettamente connesse alla fase termale, nel senso che le applicazioni effettuate in alcuni periodi dell'arco evolutivo della malattia sono nettamente controindicate. Le indirette scaturiscono da un preventivo ed accurato esame clinici generale del paziente e sussistono allorquando si è in presenza di: età molto avanzata, gravidanza, marcata iposfigmia, tubercolosi, emofilia, gravi alterazioni cardiache o renali, epilessia varici voluminose o ulcerate. Nonostante queste limitazioni, la lutoterapia costituisce pur sempre un mezzo valido ed efficace nel trattamento di molte malattie di interesse ortopediche e traumatologico, anche perchè superato l'empirismo che ha caratterizzato il suo impiego per molti anni, oggi, a seguito di studi specifici, a trovato una giusta sistemazione guadagnando, così, un posto di rilievo nel bagaglio terapeutico dello specialista. |
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